
Si tratta di nove gruppi dolomitici che raggiungono l’estensione complessiva di 231 mila ettari e che si sviluppano tra le province di Trento, Bolzano, Belluno, Pordenone ed Udine. Con questa annessione, l’Italia può vantare un gran primato: sono divenuti infatti 44 i siti Unesco italiani, come ha entusiasticamente fatto notare anche Luca Zaia, ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. “Con l’iscrizione delle Dolomiti, i siti Unesco italiani diventano 44: un primato mondiale raggiunto anche grazie all’impegno e alla cura che la comunità dolomitica, per generazioni, ha messo nel preservare e valorizzare questo affascinante arcipelago corallino” e continua: “Il legame stretto fra il territorio e la sua gente, sul quale si è cementata la collaborazione fra le comunità locali che ha portato alla presentazione della candidatura, è stato persino ripreso dal Comitato nella motivazione allegata al riconoscimento”.
Altrettanto soddisfatta è anche Stefania Prestigiacomo che ha così espresso il suo pensiero: “Le Dolomiti sono un unicum che collega regioni e province diverse nel quale è stato costruito un sistema che coniuga positivamente sviluppo e tutela ambientale”, spiega Prestigiacomo. “Un esempio che dobbiamo moltiplicare perché rappresenta una delle chiavi di volta del futuro del nostro paese”.
Il desiderio di annessione come Patrimonio dell’Umanità partì negli anni ’90, dietro proposta di Legambiente e Mountain Wilderness, e finalmente oggi le Dolomiti hanno ottenuto il giusto lustro a livello mondiale.
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