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Festival "Tra le rocce e il cielo", in Vallarsa
Il Festival «Tra le rocce e il cielo» torna in Vallarsa dal 20 al 23 agosto per parlare di Grande Guerra, migrazioni, e tradizioni culinarie nell’arco alpino
“L’Om Selvadeg” e l’antica sapienza culinaria delle Alpi, la Grande Guerra e i conflitti di oggi, le migrazioni generatrici d’identità, il dramma del Nepal: sono gli argomenti che verranno trattati in questa edizione del festival “Tra le rocce e il cielo” che si svolge nel suggestivo ambiente della Vallarsa, all’ombra delle Piccole Dolomiti, organizzato dall’omonima associazione culturale in partnership con l’Accademia della montagna del Trentino.
Questi temi saranno indagati attraverso mostre, film, incontri, uscite sul territorio, convegni, laboratori, concerti, spettacoli e presentazioni di libri.
Protagonista, nell’anno del Centenario, sarà la Grande Guerra di cui si parlerà nella terza e quarta giornata ponendo l’accento su temi difficili e poco considerati dalla storiografia ufficiale, come quelli della diserzione e della sofferenza mentale. Molta attenzione sarà dedicata anche ai conflitti attuali e ai problemi dovuti allo stress post-traumatico.
La giornata d’apertura si concentrerà sull’arte e la vita in montagna. “L’Om Selvadeg”, l’uomo che nella mitologia ha donato il formaggio all’uomo, sarà il filo rosso di una conferenza, un laboratorio per bambini, una cena a tema a base di prodotti caseari, un’escursione in malga e di un concerto che vedrà esibirsi Theo Teardo sul magico sfondo delle affascinanti fotografie di Charles Frégér.
La seconda sarà invece dedicata alle lingue madri. Il convegno “Migrazioni generatrici d’identità” indagherà come i flussi migratori del passato hanno influenzato il formarsi delle comunità minoritarie tradizionali della regione e dell’intero arco alpino. Il passato si intreccerà al presente e, dal parallelo tra la condizione della minoranza cimbra sfollata in Boemia durante la Grande Guerra e le attuali migrazioni e sfollamenti causati dai conflitti mediorientali, si arriverà a parlare degli attuali flussi di popoli e come esse contribuiranno a ridefinire le comunità nazionali nel prossimo futuro.
Il programma completo comprende numerose escursioni storiche e naturalistiche sulle montagne della Vallarsa, mostre – storiche, pittoriche e fotografiche – e laboratori per grandi e piccini.

Festival "Mistero dei monti" a Madonna di Campiglio
Fino al 24 agosto a Madonna di Campiglio la tredicesima edizione del festival che porta la cultura in quota. Tra gli ospiti Giovanna Botteri e Stefano Rodotà. La novità 2015 è “dalla conferenza all’esperienza”
Cultura in quota, a Madonna di Campiglio, fino al 24 agosto, con il “Mistero dei monti” e il suo programma che racconta il rapporto tra città e montagna. Quali forme assume l’immaginario verticale nelle città? Cosa spinge chi vive in città a guardare alla montagna? Quali le storie? Come si collocano le terre alte nel dibattito geopolitico europeo? Questi sono solo alcuni degli interrogativi affrontati dalla kermesse giunta alla tredicesima edizione. I temi verranno sviluppati attraverso l’incontro con diverse città: Milano, che con Madonna di Campiglio ha legami antichi, ma anche Cremona, Mantova, Trieste, New York, cercando di capire gli elementi di reciprocità, oltre alle differenze.
Tra gli ospiti del festival ci sono la giornalista Giovanna Botteri – che tratterà di un ritorno alla terra che vide partire i suoi nonni verso Trieste in un viaggio che per lei è continuato sulle strade del mondo, corrispondente coraggiosa dai luoghi di guerra, fino a New York da dove ci racconta l’America – e il giurista Stefano Rodotà, che partendo dalle risorse delle terre alte, in un territorio che ancora ha i pascoli gestiti dalla Regola di Spinale e Manez, parlerà di beni comuni verso il terzo millennio.
Gli appuntamenti propongono sentieri di conoscenza diversi, com’è tradizione della manifestazione che fa della mobilità di pensiero – dentro l’apparente staticità della montagna – l’elemento che la contraddistingue: incontri letterari, filosofici, scientifici, percorsi in ambiente, mostre e cinema sono gli elementi che muovono l’immaginazione e la visione utile ai camminatori contemporanei. La novità del 2015 è “dalla conferenza all’esperienza”: da un lato il momento classico della conferenza con ospiti illustri, dall’altro l’esperienza “dal vero” pensata per approfondire il tema trattato in ambiente, a contatto con la natura straordinaria che caratterizza le sponde della conca di Campèi, il pascolo dello Spinale e il lago di Nambino. Non mancherà un’incursione sull’argomento cibo, in onore dell’Expo.
Info: www.campigliodolomiti.it


Suoni delle Dolomiti in Val di Fassa
Al festival di musica in quota attesi i SIGNUMfive, Petra Magoni con I Virtuosi Italiani e il Coro da Camera Trentino
Di solito sono in quattro (Blaž Kemperle, sax soprano, Alan Lužar, sax tenore, Erik Nestler, sax alto, e David Brand, sax baritono), ma in occasione del loro concerto per I Suoni delle Dolomiti – in programma martedì 11 agosto al Rifugio Boè, in Val di Fassa – i SIGNUMfive accoglieranno Volker Reichling, che con le sue percussioni aggiungerà un tocco ritmico in più alla già briosa formula espressiva del gruppo. La formazione balcanica è solita suonare a memoria, senza leggere partiture, sentendosi così più libera nell’interpretazione anche attraverso una spiccata gestualità. Grieg, Gershwin, Pedro Iturralde e Izidor Leitinger sono gli autori scelti per questa escursione musicale in alta quota.
Dalla Val di Fassa all’Altopiano della Paganella, località Busa del Cancanù, dove lunedì 17 agosto andrà in scena il progetto speciale “Voci di donna nella terra che cambia”. La figura femminile è al centro dell’iniziativa che si basa sulle musiche del compositore trentino Armando Franceschini nelle quali alcune tematiche, dall’amore al lavoro, dalla religiosità alla guerra, vengono affrontate dall’«altra metà del cielo». Ad essere proposto sarà un confronto tra tradizione popolare, affidata alle voci femminili del Coro da Camera Trentino, e contemporaneità, raccontata dalla voce dalle mille sfumature di Petra Magoni. A collegare i vari argomenti gli interventi strumentali dell’ensemble de I Virtuosi Italiani.










All'alba con Douglas e Brunello
Terza settimana del festival I Suoni delle Dolomiti attesi anche Enrico Pieranunzi e Vincent Peirani, virtuosi del pianoforte e della fisarmonica
Entra nel vivo I Suoni delle Dolomiti, il festival che da oltre vent’anni conduce cantanti e musicisti di fama mondiale sulle più belle vette del mondo tutelate dall’Unesco, le Dolomiti.
Martedì 14 luglio è il turno di Enrico Pieranunzi, chiamato ad esibirsi a Passo Lavazé, in Val di Fiemme. Forte di un solido background di studi classici e di innumerevoli esperienze vissute ad alti livelli in ambito jazzistico, in occasione delle sue esibizioni ama sedersi di fronte al pianoforte e cominciare a far fluire liberamente le idee, scegliendo i brani in base all’ispirazione del momento. Il pianista romano ha dunque la preparazione del concertista classico e lo spirito del jazzista: è un musicista che non ama i vincoli, i confini, i cliché.
Quattro giorni più tardi, sabato 18 luglio, il testimone passa ad un trio d’eccezione formato da Dave Douglas, Mario Brunello e dal Cello4ever, che si esibiranno all’alba sul Col Margherita, in Val di Fassa. Per l’occasione il trombettista americano ha arrangiato
parte di Mountain Passages, composizione da lui scritta originariamente nel 2003 e dedicata proprio alle Dolomiti, dando ora rilievo solistico al proprio strumento e al violoncello di Brunello. Ad impreziosire l’incontro fra i due, la presenza del Cello4Ever, quartetto dai vasti e variegati orizzonti stilistici.
Dalla Val di Fassa alla Val di Fiemme, dove martedì 21 luglio la località Buse de Tresca accoglierà Vincent Peirani e l’Emile Parisien Duo.
Classe 1980, Peirani è l’uomo nuovo della fisarmonica. Tecnicamente ferratissimo, con il sassofonista Emile Parisien, musicista di comprovato talento, ha registrato l’album Belle Époque, attestato di una felice intesa sullo sfondo di composizioni di Sidney Bechet e di Duke Ellington e di brani originali ispirati anche al folklore.