Voli per l’Italia, traffico aereo ancora lontano dal pre-Covid

Nel 2021 le ricerche di voli aerei per l’Italia non hanno superato di molto quelle del 2020: soprattutto riguardo i mesi estivi, i volumi di mercato sono simili e siamo ancora molto lontani dal recupero delle cifre di inizio 2020.
Vaticano Roma - Foto di Luigi Suglia
Vaticano Roma - Foto di Luigi Suglia

Se ci guardassimo alle spalle (almeno ad un anno e mezzo fa) potremmo man mano rileggere tutte le previsioni stimate dai tanti professionisti del turismo che si sono cimentati nell’ardua impresa. Era (ed è tuttora) un compito difficile, quasi impossibile considerando quanto velocemente cambia lo scenario e quante variabili condizionano continuamente i flussi turistici.

Smentiti gli scenari ottimistici

Oggi possiamo iniziare a tirare le somme, poiché con l’inizio dell’anno scolastico si segna, ufficiosamente, la fine della stagione estiva: anzi, la fine della prima stagione estiva post pandemia. Tra previsioni negative, ottimistiche e iper-ottimistiche oggi possiamo sicuramente dire che gli scenari che vedevano un pieno recupero già nel 2021 sono stati smentiti. In merito alla domanda di voli, nel 2021 gli aeroporti italiani hanno continuato a subire il pesante lascito dell’anno precedente, nonostante l’allentamento delle restrizioni ed un miglioramento della situazione sanitaria.

Emblematici i mesi estivi: durante il mese di luglio le ricerche di voli sono state il 12,5% in più rispetto all’anno precedente, mentre in agosto sono state il 30,5% in più. Sembrano, tutto sommato, valori di crescita molto positivi ma è un giudizio che va ponderato con i valori pre-pandemici: basti considerare che le ricerche di voli per il mese di gennaio 2020 furono 34,7 milioni e nel 2021 5,0 milioni. Una perdita dell’85% della domanda di viaggio.

Il turismo in questo periodo è cambiato tanto: nelle destinazioni scelte, nelle forme di ricettività, nelle priorità dei clienti. Sappiamo, ad esempio, che tanto turismo outbound si è trasformato in turismo domestico, che alcune tipologie di destinazioni hanno sofferto più di altre, che lo smart working ha lanciato l’Holiday working: non sappiamo ancora quanti e quali cambiamenti si consolideranno in nuove tendenze, ma sicuramente il 2021 non è stato l’anno del “boom”. È stato un anno di cambiamenti, di squilibri e di ripartenza: fattori che condizioneranno molto l’assetto futuro del settore in attesa del ritorno dei volumi a cui siamo “abituati”.

Pubblicato in ,

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*