
Da fatto eccezionale sta diventando un’abitudine consolidata. Dopo Roma e Firenze ecco il turno dell’Alto Adige. E’ di questi giorni la notizia, infatti, che anche il Sudtirolo applicherà la tassa di soggiorno per i turisti che animano le splendide valli altoatesine. La proposta dell’assessore Hans Berger è di una tassa pari ad un euro a pernottamento (per persona), così come accade già nella città gigliata mentre Roma è addirittura più cara (due euro a notte a persona).
Dopo la proposta romana che ha sollevato non poche proteste tempo fa e dopo la quiete che ne è seguita, ecco che anche l’Alto Adige ha deciso di tassare i turisti per colmare il vuoto delle casse relative ad alcuni tagli dei finanziamenti pubblici.
A guardare bene la proposta, per dovere di cronaca, c’è da aggiungere che non saranno solo i turisti a doversi sovraccaricare di questa incombenza ma anche tutti gli operatori che beneficiano della macchina turismo che, proprio in quest’area di confine del Bel Paese, significa una fetta consistente dell’economia. Quest’ultimi saranno chiamati a pagare una tassa forfettaria.
Se è giusto o meno far pagare ai turisti il decoro e gli ammodernamenti delle infrastrutture, è una questione che non può essere dibattuta in poche righe di questo blog. E’ inquietante, tuttavia, dover constatare che la macchina del turismo fatica a trovare il giusto bandolo della matassa e che forse ai prezzi scontati di molti operatori turistici per via di una concorrenza spietata anche e soprattutto via Internet, le amministrazioni pubbliche rispondono con altre “sanzioni” a carico di chi, in fondo, è solo alla ricerca di una vacanza relax (Alto Adige) o all’insegna della cultura (Roma e Firenze).
L’impressione che si ha, in ogni caso, è di una tendenza a far gravare sul consumatore piccole imposte che, in apparenza vengono vendute al prezzo di un caffè, ma che comunque, soprattutto in città come Roma e Firenze che possono vantare una massa critica consistente di turisti, riescono a far rientrare cifre interessanti nelle casse dell’erario comunale. Se è questo lo scotto da pagare per salvare monumenti e paesaggi, che ben vengano queste iniziative ma il dubbio della corretta gestione rimane un tarlo che non va mai in letargo.
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