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La Commissione Finanze della Camera ha dato il via libera all’emendamento che riguarda la possibilità di introdurre una tassa di sbarco sulle isole minori.
Saranno i singoli comuni a decidere se applicare o meno questo nuovo balzello, al pari di quanto già accade con la tassa di soggiorno a Roma, a Firenze e in diverse altre città in Italia.
La tassa di sbarco sulle isole minori avrà un prezzo massimo di 1,50 euro e dovrà essere versata alle compagnie di navigazione con le quali si sta viaggiando: queste ultime saranno di fatto semplicemente un tramite per la riscossione e per il successivo versamento.
Gli introiti generati dalla tassa di sbarco andranno dunque a finanziare in parte le necessità dei servizi pubblici delle varie isolette, in parte in favore della tutela di beni ambientali ed infine saranno a disposizione per generici interventi nel settore del turismo.
La tassa di sbarco andrebbe dunque ad applicarsi al prezzo del biglietto pagato dal turista e non su chi utilizza navi e traghetti per spostamenti per lavoro o per altri motivi: i residenti, gli studenti pendolari e i lavoratori verrebbero infatti esentati dal pagamento.
Altra puntualizzazione necessaria è che i comuni che sceglieranno di applicare la tassa di sbarco sulle isole minori non potranno pretendere anche il pagamento della tassa di soggiorno: le due misure, infatti, non devono essere considerate come complementari, bensì si tratta di tasse alternative.
Nei prossimi giorni, in vista dell’estate, probabilmente si conosceranno i nomi delle isole che avranno scelto di attivare questa tassa: torneremo ad occuparcene.
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