Meno aeroporti, la rivoluzione dei trasporti passa da qui

Aeroporti italiani
Aeroporti italiani (prima immagine fonte "la Repubblica)

Una vera rivoluzione, quella auspicata dal ministro dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture e Trasporti, Corrado Passera. A partire dagli aeroporti, decisamente troppi per il ministro.

Oltre al numero di scali da ridimensionare, Passera si aspetta soprattutto una partecipazione privata all’interno delle aziende che gestiscono i trasporti in Italia. Un particolare non di poco conto in considerazione del fatto che altrove, dove i trasporti ottengono risultati più che lusinghieri (Regno Unito, Francia, Germania), ci sono operatori di mercato locali che presto arriveranno anche nel nostro Paese.

Come biasimare il ministro che snocciola numeri: “in Italia” dice “ ci sono oltre 1200 aziende e di queste nessuna ha le potenzialità di contrapporsi alla concorrenza che arriva dall’estero”.

Al fine di rendere il nostro Paese più competitivo, Passera sta ridisegnando la mappa dei trasporti. Meno aeroporti, appunto, e privati in aziende a partire da quelle che si occupano di bus e metropolitane.

Secondo quanto preventivato, gli aeroporti internazionali ed intercontinentali saranno solo 14 mentre altri 10 scali (Torino, Olbia, Brindisi, etc.) saranno utilizzati come punti di raccordo con gli aeroporti internazionali a media distanza.

Il piano di ridimensionamento, dunque, prevede l’abbandono di 24 aeroporti considerati piccoli e che, così come fanno sapere da Roma, dovrebbe e potrebbero essere gestiti solo da imprese e enti pubblici locali. Un modo per ribadire che per andare avanti e, soprattutto per essere più competitivi, bisognerà rimboccarsi le  maniche.

Una situazione che, sono certa, non piacerà molto a quanti operano nel settore travel  soprattutto in quelle aree che, proprio grazie a piccoli aeroporti, sono riusciti a trasformare il proprio ambito come meta appetibile ai turisti.

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