
Alla fine anche Matera ha deciso di far pagare dazio ai turisti. Dopo le numerose iniziative di diverse città italiane che hanno scelto la via della tassa per il soggiorno, anche la città dei Sassi ha voluto allinearsi con una triste tendenza introducendo una nuova imposta.
La gabella, che sarà applicata a Matera il prossimo primo settembre, non è la “tassa di soggiorno” ma un’imposta destinata ad alcuni mezzi che entrano in città: bus, camper e roulotte
Per visitare Matera serviranno dai 6 agli 80 euro di tasse (bus turistici oltre gli otto metri). La Giunta Comunale ha deciso di applicare una serie di sconti a partire dalle prenotazioni effettuati anzitempo via web. Sono esenti, come è ovvio, i bus che partono dalla città dei Sassi.
Più che simile alla tassa di soggiorno, dunque, questa gabella è simile a quella che alcune isole italiane hanno deciso di applicare. Tra queste si ricorderà Capri che ha messo in piedi la cosiddetta “tassa di sbarco” al fine di colpire chi sceglie di visitare l’isola per poche ore e di non soggiornare nelle strutture turistiche.
Se i destinatari variano (tassa di soggiorno, tassa di entrata, tassa di sbarco) non cambia la finalità dei comuni italiani sempre più depauperati dai finanziamenti centrali che non possono fare altro (secondo la maggior parte dei governatori comunali) che applicare le imposte.
Eppure non tutti le pensano così. Si ricorderà il caso di Cattolica dove la tassa di soggiorno è pagata dagli albergatori che hanno deciso di farsene carico al fine di non scoraggiare il soggiorno dei turisti.
Quello che fa storcere maggiormente la bocca, in questo caso specifico, è che a Matera si applica anche la tassa di soggiorno che, dopo l’applicazione di questa nuova gabella, ha subito una riduzione. Un modo poco lodevole, dunque, per incentivare il turismo in una città fiore all’occhiello del turismo lucano che certamente non si posiziona ai primi posti del panorama italiano nonostante le indiscusse attrazioni che lusingano i viaggiatori.
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