
Detta così sembra quasi una beffa. Eppure sembra che il surriscaldamento del pianeta rischi di far scomparire, entro la fine del secolo, un numero cospicuo di atolli comprese le isole Marshall. A molti il nome Marshall fa venire in mente il “patto Marshall” quello, cioè, che gli Stati Uniti mise in piedi all’indomani della seconda guerra mondiale. Si trattava di un piano socio-economico volto a ricostruire un’Europa devastata dal conflitto. Il discorso fu tenuto dall’allora segretario di Stato statunitense George Marshall da qui il nome di “Piano Marshall”.
Le isole Marshall, invece, non hanno nulla a che vedere con questo piano e con gli Stati Uniti, anzi! Si tratta di isole dell’Oceania che devono il loro nome al capitano inglese John Marshall che non le scoprì ma le visitò sul finire del XVIII secolo. Gli statunitensi non furono altrettanto attenti soprattutto quando li abitanti di queste isole, negli anni 50, non furono evacuati durante i test nucleari. Le isole sono resistite agli esperimenti atomici ma sembra che non potranno fare altrettanto all’oceano che rischia di far scomparire per sempre queste splendide località. Ed ora i marshallesi si preoccupano di sapere quale sarà il proprio passaporto in caso di sciagura di questo tipo. Potranno conservare la propria nazionalità pur non avendo più terra? La storia insegna che gli Stati senza terra (che ne rivendicano una) non se la passano certamente bene. E allora c’è da sperare che l’oceano e la natura, che spesso è più forte dell’uomo, sia del tutto clemente.
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