Per 4 italiani su 10 la vacanza “no frills” (niente fronzoli) diventa una scelta obbligata, complici le difficoltà economiche. E se fino a oggi il low cost era una filosofia conosciuta da tanti (65%) ma praticata da pochi (solo il 14%), siamo alla vigilia di una rivoluzione culturale e sociale che rilancerà le vacanze, intoccabili per tutti, all’insegna delle piccole rinunce.
No agli alberghi e ristoranti di lusso in favore di quelli tipici e tradizionali, sì alle escursioni scelte e organizzate su internet o a cucinare da soli, magari in residence di charme. E sì anche all’autonoleggio “intelligente”, dove la rinuncia al modello di auto o all’assicurazione supplementare non comporta “sconti” sulla qualità globale del servizio.
Da filosofia di vita a scelta obbligata, complice la crisi economica. Ecco come cambia il rapporto degli italiani con le vacanze low cost, visto che 4 italiani su 10 (38,3%) ammettono candidamente che le sceglieranno “solo come ripiego a causa della crisi che ha investito il Paese”.
Se il 25% dei nostri connazionali (lo scorso anno erano quasi il 29%) sta programmando una vacanza o un week end sulla neve, con un calo di presenze annunciate attorno al -12%, una buona parte di loro sta seriamente prendendo in considerazione delle soluzioni a “basso costo”, per dirla all’italiana. Tra i pochi fortunati che partiranno per la montagna, infatti, in molti sembrano disposti a rinunciare ad alcuni piccoli lussi in favore della tradizione e della semplicità. Insomma, la filosofia “no frills” (“niente fronzoli”) si conferma come la vera tendenza della prossima stagione invernale.
Visto che i nostri connazionali traducono correttamente questa filosofia affermando che “rappresenta una soluzione intelligente per risparmiare, rinunciando a eccessi e comodità non necessarie” (79,5%) o mettono in evidenza il suo riuscire a offrire “un buon rapporto qualità/prezzo” (72%). Solo 1 italiano su 3 considera le vacanze low cost “di bassa qualità”.
“L’Osservatorio Europcar: stili di vacanza degli italiani”, strumento nato in collaborazione con la Doxa per studiare in che modo cambia il modo di viaggiare e passare il proprio tempo in vacanza da parte degli italiani, questa volta ha voluto tracciare una fotografia del Belpaese in questo momento di incertezza e crisi economica, alla vigilia delle vacanze invernali, tramite un’indagine effettuata su un campione di 1.000 persone, rappresentativo della popolazione italiana adulta.
IDENTIKIT DEL VIAGGIATORE LOW COST: UOMO, UNDER 34, DEL NORD OVEST
E il ritratto che ne emerge è quello di chi, suo malgrado, comincia a guardare ai pacchetti “low cost” come a una concreta possibilità di risparmio per non dover rinunciare al piacere di un viaggio o della settimana bianca.
Il 59,2% del campione – apprendiamo dalla ricerca dell’Osservatorio Europcar/Doxa – ritiene che il low cost prima era un modo di pensare e vivere le vacanze soprattutto dei giovani, mentre ora sta diventando una “necessità” per molti. Mentre il 26,2% non crede ci siano stati cambiamenti nel modo di vedere e interpretare questa filosofia negli ultimi mesi e il 14,6% apre invece un dubbio: non è che se ne parla tanto ma nella realtà dei fatti sono pochi quelli che la applicano e conoscono davvero?
Il dubbio è più che lecito visto che – a precisa domanda – il 65% degli italiani dichiara di conoscere low cost e dintorni, ma solo il 14%, alla prova dei fatti, dice di aver “acquistato almeno un pacchetto vacanze, un viaggio o anche solo un volo low cost”.
E si tratta soprattutto – questo è il profilo di chi sceglie concretamente questo tipo di soluzione – di uomini e donne (58% uomini, 42% donne), under 34 (56%, considerando che su base nazionale questo target pesa solo il 30%), che abitano nel nord ovest.
Mentre nella percezione di chi ha risposto alle domande, la vacanza low cost è soprattutto una vacanza in famiglia con i bambini (41,6%) o tra amici (35,2%) e un po’ meno da fidanzati (14,8%) e da single (8,3%).
COME RISPARMIARE IN SETTIMANA BIANCA: NO AI LUSSI E SÌ AL TIPICOTornando alle vacanze in montagna, quali saranno, in concreto, le piccole/grandi strategie adottate dai nostri connazionali per eliminare il superfluo e riuscire a sopravvivere al bisogno di divertirsi senza sperperare un capitale?
Il credo delle vacanze sulla neve “no frills” – ci rivelano i risultati della ricerca dell’Osservatorio Europcar/Doxa – è questo:
1) niente ristoranti di lusso ma via libera alle trattorie tradizionali (60,4%)
2) no ai lussuosi e sfarzosi 4 stelle in favore delle strutture tipiche (54,6%),
3) attenti anche all’acquisto di tutto ciò che serve per sciare (sci, vestiario), si cambia ma solo quando serve e non per moda o esibizionismo (52,9%)
4) le escursioni si organizzano da soli su internet (38,2%)
5) se proprio ci si vuole togliere lo sfizio del residence di charme si compensa cucinando nell’angolo cottura e risparmiando sul ristorante (38,2%).
6) non è invece “in” (pensa di farlo solo il 33,2%) rinunciare anche solo a 1 giorno di ferie, troppo attese per un anno intero per vederle asciugate anche solo di 24 ore.
Più in generale, quindi, non solo pensando alle vacanze sulla neve, gli italiani sembrano disposti a rinunciare al comfort del servizio in camera (65,3%), magari al piacere di avere internet nella stanza (54,7%), alla scelta della tipologia di vettura da noleggiare (53%), al menù alla carta in favore di quello fisso stabilito al ristorante (50,6%) e addirittura ad avere il ristorante in albergo (45,5%) o al posto numerato in aereo o sul treno (44,6%).
ECCO LA RICETTA DELL’ AUTONOLEGGIO LOW COST PER IL 67,3% DEGLI ITALIANI
La ricerca dell’Osservatorio Europcar/Doxa ci aiuta, al di là delle vacanze invernali, a studiare la percezione del concetto di low cost da parte dei nostri connazionali.
Il viaggio aereo con destinazione estera rimane – per il ben 94,3% dei praticanti del low cost – il primo sinonimo di viaggio low cost, ma segue immediatamente (78,1%) un concetto più integrato e moderno di viaggio aereo più noleggio auto e hotel per destinazioni italiane o europee o anche solo viaggio aereo in Italia (75,6%) o volo più noleggio auto (senza albergo), sempre in Italia e in Europa, che interessa al 73,3% dei cosiddetti “users” del low cost. Il 52% pensa invece a un pacchetto completo di vacanza esotica e il 48,3%, come abbiamo visto, a un pacchetto neve, sempre completo.
Ma la vera novità è che per il 67,3% dei nostri connazionali il concetto di low cost comincia ad applicarsi anche al mondo dell’autonoleggio, dove le principali economie immaginate sono nei confronti della minor possibilità di scelta del modello, mantenendo però la qualità del servizio (46,5%), rinunciare all’assicurazione supplementare a copertura dei danni o del furto dell’autoveicolo (16,3%) o addirittura senza stare troppo a discutere se la macchina viene consegnata perfettamente pulita o col pieno di benzina (13,5%).
Il discorso cambia leggermente però se la domanda viene posta ai vacanzieri della montagna, dove la scelta del modello acquista ovviamente più importanza e quindi si è meno disposti a rinunciarci (solo il 41%) e allo stesso modo contano maggiormente gli aspetti qualitativi del servizio (pulizia della vettura, pieno benzina) cui rinuncerebbe solo il 10,8%. Il tutto anche a discapito del fattore “rischio” (rinuncia alle coperture assicurative supplementari) che si prenderebbe il 19,8% per risparmiare comunque sul prezzo.
“Da questa seconda ricerca dell’Osservatorio – commenta Valerio Gridelli, direttore commerciale di Europcar Italia – emerge come gli italiani abbiano voglia e bisogno di risparmiare anche durante le proprie vacanze sulla neve, ma non a discapito della qualità. Scegliere soluzioni low cost significa rinunciare a qualche servizio aggiuntivo pur di mantenere comunque alto il livello qualitativo del viaggio. Questo discorso generale, si può declinare anche per quanto riguarda l’autonoleggio dove, pur rimanendo il prezzo un fattore decisivo al momento della scelta, questa non potrà mai andare a discapito della qualità del servizio, fattore che emerge sia tra gli estimatori ed utilizzatori delle soluzioni “low cost” che tra coloro che dichiarano di non sposare questa filosofia.”
INC – Istituto Nazionale per la Comunicazione