
La scelta di questo tour operator è stata dettata dal fatto che era l’unico, all’inizio di agosto, che mi permetteva di prenotare un tour per la Scozia. Il blasone del tour operator mi ha tranquillizzata sulla bontà del pacchetto che ho comprato senza indugi che, però, non mi ha tenuta immune da alcune considerazioni.
Prima di tutto le città di partenza. Il tour prevedeva la partenza da Milano (Malpensa) e da Bologna. Il resto d’Italia, compresa Roma, non è stata presa in nessun modo in considerazione. I competitor di Francorosso, invece, hanno delle partenze anche dalla capitale. Evidentemente i viaggiatori del sud Italia (numerosi sul mio volo) vengono in qualche modo considerati dagli altri tour operator ma non da Francorosso.
La partenza da Bologna. Siamo partiti con un’ora di ritardo dal capoluogo emiliano causa circa 20 passeggeri imbottigliati nel traffico. Non mi era mai successo.
Gli orari degli aerei. I viaggiatori provenienti da Bologna sono partiti in orari che hanno fatto perdere in partenza e ritorno ben due giorni di soggiorno in terra di Scozia. A differenza dei passeggeri di Milano partiti intorno alle 13.00, quelli di Bologna sono partiti alle 19.00 con arrivo a Glasgow (via Edimburgo) in orario improponibile. Lo stesso rito si è ripetuto a ritorno, quando i passeggeri di Bologna sono partiti il mattino e quelli di Milano la sera. Il disinteresse per i viaggiatori del centro sud è stato fin troppo palese.
Gli hotel in Scozia. Ho cambiato hotel rispetto al resto del gruppo per ben due volte senza nessuna motivazione e senza neppure le scuse per i continui disguidi.
Le guide e la Scozia. La guida che ci ha accompagnato durante il tour è stata l’unica nota positiva dell’intero viaggio insieme alla Scozia , una terra particolare e suggestiva che ha avuto il gran merito di isolarmi, seppure per solo qualche giorno, dalle mete inflazionate e globalizzate del resto del mondo.
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