
Ricordo ancora con precisione dove mi trovano l’11 settembre 2001. Avevo stabilito di visitare l’Irlanda quell’anno, all’inizio di settembre, periodo non sempre ideale per via della nebbia, soprattutto se si decide di fare una puntata verso la costa frastagliata occidentale.
Invece, poiché all’epoca adoravo andare in vacanza a settembre (ora mi è più difficile ma il periodo mi piace molto) fui fortunata. Nel breve periodo di permanenza (circa 8 giorni) nell’Irlanda del Sud, il viaggio itinerante non mi fece conoscere la famosa pioggerellina tipica del Paese.
L’11 settembre 2001, dunque, mi trovavo in Irlanda ed ero in viaggio verso l’interno perché in visita ad una residenza di campagna della regina inglese (quando l’Irlanda del Sud non era una Repubblica indipendente). Io e i miei compagni di viaggio ci eravamo fermati su una parte collinare per ammirare i corsi d’acqua e il verde intenso dei prati della parte sottostante. Tutto intorno c’era un silenzio assoluto.
All’improvviso sentimmo lo squillo di un cellulare. Allora i telefonini non erano così diffusi come oggi e, soprattutto all’estero, molti preferivano non utilizzarlo anche per via dei costi. Invece, durante il primo pomeriggio dell’11 settembre 2001 un telefoninosquillò. Subito dopo si sentì l’interlocutore gridare: “un aereo??? Ma cosa stai dicendo???” Poi, mentre ancora noi intorno non capivamo cosa stesse succedendo, sentimmo ancora gridare: “due aerei??? Ma cosa sta succedendo a New York?”. In realtà lì per lì non capimmo molto. Eravamo tutti increduli anche per le informazioni frammentate che giungevano via radio, tutte in lingua inglese.
Alla sera arrivammo in un villaggio sulla costa occidentale dell’Irlanda. Il villaggio ci accolse in un silenzio sinistro. Il tempo di rinfrescarci per catapultarci in un pub. Appena entrati cogliemmo sul volto dei tanti irlandesila tragedia. LaTV continuava a trasmettere immagini tragiche e gli occhi di tutti (noi compresi), non si staccarono più dal video.
Tornammo in Italia due giorni dopo. Ricordo ancora la paura del volo di rientro e i controlli a Dublino e a Roma Fiumicino. Furono interminabili ma nessuno osò protestare neanche per un attimo. In Irlanda il lutto nazionale fu proclamato per una settimana e l’immagine che porterò con me sarà per sempre quella di una candela accesa dietro ad una finestra, un silenzioso rendere omaggio alle vittime dell’11 settembre da parte degli irlandesi, molto presenti negli Stati Uniti e in particolare a New York.
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