Vatolla, in provincia di Salerno nel Cilento la patria adottiva di Giambattista Vico

A Vatolla, frazione di Perdifumo nel Cilento, verso la fine del 1600 i figli del marchese Domenico Rocca ebbero un maestro d'eccezione: il filosofo napoletano Giambattista Vico.

A Vatolla, frazione di Perdifumo nel Cilento, verso la fine del 1600 i figli del marchese Domenico Rocca ebbero un maestro d'eccezione: il filosofo napoletano Giambattista Vico.

Per nove anni, – dal 1686 al 1695 – , Vico alloggiò nelle stanze del castello di Vatolla, con l’incarico di seguire ed istruire i ragazzi del marchese; contemporaneamente, grazie alla ricca biblioteca del castello poté approfondire i suoi studi di letteratura e di filosofia, fino al 1697, anno in cui lo studioso ebbe la cattedra di eloquenza nell’università di Napoli.

In quelle stesse sale è stato realizzato il Museo Vichiano. L’edificio che ospita il museo è un fortilizio a pianta trapezoidale con piccole ed eleganti torrette che svettano ai suoi angoli; risale al periodo longobardo ed è stato naturalmente rimaneggiato più volte dal cinquecento in poi. Il piccolo maniero è oggi noto come castello de Vargas, dal nome dell’ultima famiglia proprietaria e costituisce il baricentro del paese, affacciandosi sulla piazzetta centrale.

Nel castello vi hanno abitato dal 1535 i signori del paese, che furono la famiglia Griso, i Del Pezzo, i marchesi Rocca e i marchesi de Vargas Machuca. Il paese fu feudo del Real Monastero della SS. Trinità della città di Cava, così come risulta dal cedolario dei feudi benedettini (1791 – 1805).

Vatolla è disposto lungo una dorsale delle dolci colline del Cilento, a pochi chilometri da Agropoli. Il paesino conserva quasi intatta la sua antica identità, sia nell’architettura che nella cultura. Qui i cittadini sono molto attenti a non disperdere nel nulla i secoli di cultura che hanno accompagnato la vita del piccolo centro.
La tradizione ha conservato un antico rito religioso, il “Volo dell’angelo”, mentre con intelligenza collettiva sono stati pazientemente raccolti moltissimi attrezzi e strumenti di lavoro, che costituiscono oggi una ricca collezione di materiale contadino, custodita nelle vecchie cantine del castello. Anche il restauro delle antiche case è eseguito con molta attenzione, riportando alla luce la pietra viva oramai soffocata dai molti strati di intonaco.

In posizione panoramicissima, ai margini del paese, c’è un convento francescano del ‘600. Fu costruito sopra le rovine di una cappella del ‘500, della quale è rimasta solo una parete con un affresco che rappresenta una “Pietà”. All’interno del convento ci sono un bel chiostro e un refettorio maiolicato con un grande affresco che raffigura l’ “Ultima Cena”, opera di Giuseppe De Vivo nel 1738.

Il Comune di Vatolla, sempre nel rispetto di un piano di recupero e salvaguardia del suo territorio ha in programma il restauro dell’antico mulino ad acqua, costruito a poca distanza dal castello, in una piccola gola dove l’acqua di un torrente (oramai quasi asciutto) nel passato azionava le sue pale. 

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