Tuscia Laziale, itinerario tra i laghi

Tra i laghi di Bolsena, Vico e Bracciano, si estende un'ampia fetta di Tuscia laziale, che custodisce inestimabili tesori naturali, che si possono scoprire anche con un comodo itinerario di due giorni.

Museo territoriale del Lago di Bolsena
Museo territoriale del Lago di Bolsena

Dall’isola Bisentina, nel lago di Bolsena ai Monti Sabatini dove si trova il lago di Bracciano. Un percorso naturalistico e ameno in terra laziale.

Primo giorno

Isola Bisentina, nel lago di Bolsena, il bacino vulcanico più esteso d’Europa

Servita dai battelli della compagnia Alto Lazio, l’isola è un trionfo di vegetazione rara e secolare: lecceti, querce, tigli, olivi antichi, prati e coltivi. Tra il verde, anche la chiesetta rinascimentale dei SS.Giacomo e Cristoforo, affiancata da un bel giardino all’italiana.

Ritornati sulla terra ferma, si può imboccare la via Cassia, che conduce velocemente al Lago di Vico, cuore dei Monti Cimini e sede di una Riserva Naturale estesa 3346 ettari, con ambienti tra loro completamenti diversi: il lago con il canneto, la zona umida; i coltivi a nocciolo e, alle quote più alte, i castagni, il bosco ceduo e d’alto fusto, dove vivono anche diverse specie di rapaci. In diverse località sono stati predisposti “sentieri natura”, ci sono aree attrezzate per soste e pic-nic, si possono noleggiare biciclette, canoe e pedalò.

Dall’isola Bisentina, nel lago di Bolsena ai Monti Sabatini dove si trova il lago di Bracciano. Un percorso naturalistico e ameno in terra laziale. Primo giorno Isola Bisentina, nel lago di Bolsena, il bacino vulcanico

Secondo giorno

Lago di Bracciano

Sempre con la via Cassia, si può raggiungere il tranquillo Lago di Bracciano, nel cuore dei Monti Sabatini, dove sono visitabili, all’interno della Tenuta Sanminiatelli-Odescalchi, i giardini botanici di San Liberato, progettati negli anni ’60 del secolo scorso, dall’architetto paesaggista inglese Russel Page.

Autentico gioiello è l’Arboretum, con esemplari provenienti da tutto il mondo: aceri, canfore, magnolie, persino sequioe. Ci sono, poi, il prato centrale, da dove la vista spazia sul lago e sui monti; il roseto esuberante di profumi e colori; l’hortus conclusus, alla maniera medievale, con le piante officinali; il vialetto delle fioriture bianche e il giardino segreto, dove ordine e disordine si mescolano in un’incredibile armonia di luci, profumi e colori. Tra una tappa e l’altra, lungo le sponde del lago, sono naturalmente da provare anche i suoi tipici sapori: trote, anguille affumicate, coregoni e lattarini, pesci minuscoli ma molto gustosi.

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