
Sommario
Scavi di Ercolano cosa vedere
Visitare gli scavi di Ercolano è un atto di amore verso la storia e l’arte. Il parco archeologico di Ercolano, sebbene solo in parte venuto alla luce, comprende tante attrazioni imperdibili. Ecco cosa vedere agli Scavi di Ercolano, cosa non perdere tra ville gentilizie, case popolari, botteghe e terme.
- Fornici: ricovero delle barche e magazzini
- Terrazza di M. Nonio Balbo: ampia piazza antistante l’area delle terme
- Terme Suburbane: complesso ottimamente conservato
- Area Sacra: due templi affiancati, ad ovest della Terrazza Meridionale, dove si riuniva il collegio dei Venerii
- Sacello di Venere: tempio dedicato a Venere
- Sacello dei Quattro Dei: dedicato a Minerva, Nettuno, Mercurio e Vulcano
- Casa del Rilievo di Telefo: casa su tre livelli, la seconda per grandezza
- Casa dei Cervi: ambienti servili al piano superiore
- Taberna di Priapo: con seminterrato con focolare dove sono state rinvenute delle noci e ripostiglio
- Grande Taberna: osteria con bancone in marmo
- Taberna Vasaria: sul decumano inferiore
- Palestra: ambiente ampio destinato alle attività ludiche e sportive
- Casa con Giardino: casa senza particolari addobbi ma dal grande giardino
- Casa del Gran Portale: con portale a semicolonne molto bello
- Pistrinum e bottega di Sex Patulcius Felix: civico 8 del cardo V
- Casa dell’atrio Corinzio: tra le più antiche
- Bottega del Plumbarius: apparteneva a un fabbro
- Casa del salone Nero: con pavimento a mosaico nero
- Bottega ad Cocumas: pilastro d’ingresso con quattro brocche raffigurate
- Bottega: con soppalco in legno e trave carbonizzato
- Casa del Colonnato Tuscanico: casa che nel tempo è stato inglobata con una attigua
- Thermopolium: luogo di ristoro
- Sacello: si affaccia sul decumano massimo
- Sede degli Augustali: dove si svolgeva la vita commerciale e religiosa
- Casa dei due Atri: sulla porta la maschera di Gorgone in terracotta
- Terme Maschili: con suddivisione tra le terme maschili e quelle femminili
- Terme Femminili: molto belle con sedili e fornace per il riscaldamento
- Casa del Bel Cortile: impianto risalente alla metà del primo secolo d.C.
- Casa di Nettuno e Anfitride: nome dovuto al bel mosaico sulla parete che raffigura Nettuno e Anfitride
- Bottega: drogheria annessa alla Casa di Nettuno
- Casa Sannitica: casa più volte ristrutturata con impianto originario del II secolo a.C.
- Casa dell’Alcova: duplice accesso dovuto all’annessione di due case
- Casa dell’Atrio a Mosaico: casa signorile molto elegante
- Casa dell’erma di Bronzo: piccola abitazione con pavimento in opus sectile
- Casa a graticcio: casa d’affitto con piano superiore per uso plurifamiliare
- Casa del Tramezzo di Legno: casa con due sedili per l’attesa
- Bottega del Lanarius: adiacente alla casa del Tramezzo, questa era la bottega di un pannivendolo
- Casa del Genio: accessibile solo dalla parte posteriore mentre quella anteriore non è ancora stata riportata alla luce
- Casa d’Argo: ingresso principale sul Cardo II ancora non rinvenuto
- Casa di Aristide: primo edificio del cardo II
- Casa dello Scheletro: in questa abitazione fu rinvenuto uno scheletro, da qui il nome
- Casa dell’albergo: presumibilmente era un albergo per via delle terme e dell’ampiezza
- Villa dei Papiri e Insulae settentrionali: scoperta recentemente con gli scavi del nuovo millennio
Mappa scavi di Ercolano

Storia degli scavi di Ercolano
La città romana di Ercolano (fino al 1969 si chiamava Resìna), nei dintorni di Napoli, distrutta e sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., fu riportata alle cronache della storia nel Settecento grazie alle esplorazioni borboniche. Provvisto di mura modeste, il centro abitato fu costruito su un pianoro vulcanico a strapiombo sul mare posto ai piedi del Vesuvio, limitato sul lato orientale e su quello occidentale da due torrenti; due insenature fluviali vi costituivano approdi naturali e sicuri.
Le dimensioni della città erano in realtà piuttosto modeste: è stato ipotizzato che la superficie complessiva racchiusa dalle mura fosse di circa 20 ettari, della quale sono ora visibili a cielo aperto circa 4,5 ettari, per una popolazione di circa 4000 abitanti.
Solo una parte della città di Ercolano è emersa
Nonostante la storia plurisecolare, dunque, gli scavi hanno rimesso alla luce solo una parte della città antica di Ercolano, cosicché gran parte dell’antica Herculaneum rimane ancora sepolta sotto terra, custodendo tra l’altro tutta l’area forense, gli edifici sacri e civili con i loro preziosi arredi ed apparati decorativi.
Attualmente, la gran parte del parco archeologico visitabile è costituita, ad eccezione delle terme e della palestra, da abitazioni private di età imperiale, caratterizzate da una grande varietà tipologica: case con impianto tradizionale, caseggiati plurifamiliari, grandi residenze che sviluppano parte dei loro quartieri in posizione dominante sul mare ed a cavallo delle mura.
Nonostante i limiti di estensione della città portata alla luce, sembra che l’impianto urbano fosse articolato su almeno tre decumani (solo due scavati a cielo aperto: il decumano inferiore e quello massimo, in parte pedonalizzato con l’arco quadrifronte ad ovest e l’accesso al tempio della Magna Mater ad est) intersecati da cinque cardini (di cui solo tre a cielo aperto), perpendicolari ai decumani ed alla linea di costa.
Anche il limite meridionale della città risulta sufficientemente noto, con le sue potenti sostruzioni voltate (fornici), le soprastanti terrazze con le terme suburbane e le grandi domus private, articolate anche su più livelli. Dionigi di Alicarnasso attribuisce la fondazione mitica della città ad Eracle di ritorno dall’Iberia mentre Strabone riferisce che la città fu dapprima in mano agli Opici-Osci, poi agli Etruschi e ai Pelasgi e, infine, ai Sanniti.
Se vuoi saltare la fila e visitare gli scavi di Ercolano con una guida archeologica, ti suggeriamo di acquistare il biglietto online.

L’arrivo dei Romani
Al pari di Pompei e di Stabiae, anche Ercolano dovette rientrare nell’orbita della confederazione nucerina. Ribellatasi a Roma durante la Guerra Sociale, venne assalita e conquistata nell’89 a.C. dal legato di Lucius Cornelius Sulla, Titus Didius e fu, quindi, interessata dal processo di municipalizzazione condotto dai Romani che investì tutta l’Italia centro-meridionale. La vita della città fu infine bruscamente interrotta dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.
Il contadino Ambrogio Nucerino scopre Ercolano
Col tempo, il ricordo dell’ubicazione dell’antica città romana si perse, e solo nel 1710 un contadino, Ambrogio Nucerino, scavando un pozzo per irrigare il proprio orto, recuperò molti frammenti di marmo pregiati, che solo più tardi si compresero appartenere al teatro della città antica. Informato della scoperta il nobile Emanuel-Maurice di Lorena, principe di Elboeuf, acquistò il pozzo e per nove mesi condusse nell’area scavi per cunicoli a proprie spese, grazie ai quali recuperò nove statue con cui omaggiò i potenti del tempo.
I Borboni diedero vita agli scavi a cielo aperto
Solo nel 1738, per volere del re Carlo III di Borbone, iniziarono sistematiche esplorazioni per cunicoli del sito antico. Nel 1828 sotto il regno di Francesco I di Borbone furono intrapresi per la prima volta gli scavi “a cielo aperto”, eseguiti fino al 1875. Dopo una lunghissima interruzione, i lavori furono ripresi nel 1927 da Amedeo Maiuri, che li condusse fino al 1958, ma già nel 1942 quasi tutta l’area che costituisce l’attuale parco archeologico era stata riportata alla luce e contestualmente restaurata e coperta.

Gli scavi di Ercolano degli anni ’60
Fra il 1960 ed il 1969 ulteriori lavori sono stati condotti nel settore settentrionale dell’Insula VI e lungo il decumano massimo, mentre negli ultimi venti anni è stata esplorata l’antica spiaggia, coincidente con la fascia più meridionale dell’area archeologica. In questa zona sono stati riportati alla luce dodici ambienti con ingresso ad arco (i fornici), ricoveri per barche e magazzini, ove avevano cercato riparo molti Ercolanesi in fuga dall’eruzione.
Gli scavi di Ercolano degli anni ’90
Negli anni 1996-1998 sono stati eseguiti gli scavi a cielo aperto nell’area convenzionalmente denominata “Scavi Nuovi”, collegata al parco archeologico propriamente detto mediante una stretta e profonda trincea che, innestandosi all’altezza della Casa di Aristide, prosegue con una galleria al di sotto del moderno Vico Mare.
Gli scavi degli anni 2000: Villa dei Papiri e complesso termale
Nuovi lavori di scavo, restauro e valorizzazione sono stati eseguiti dalla Soprintendenza negli anni 2007-2009 grazie a un finanziamento della Comunità Europea sono attualmente in luce strutture appartenenti alla Villa dei Papiri (quartiere dell’atrio, primo piano inferiore e terrazza sul mare), già esplorata per cunicoli sotterranei nel Settecento, ma anche parte di un complesso termale dell’Insula nord-occidentale e di un lussuoso edificio residenziale dell’Insula I. Nessuno di questi siti è stato possibile portare alla luce nella sua interezza, poiché le strutture si sviluppano per la maggior parte al di sotto di terreni che non sono stati espropriati.
Decumano Massimo di Ercolano
Un sistema di pompe idrovore, infatti, deve tenere sotto controllo in modo permanente la falda dell’acqua affiorante per effetto dello sprofondamento della linea di costa antica a seguito dell’eruzione del 79 d.C. e dei fenomeni ad essa collegati. La riapertura del Decumano Massimo – la strada principale dell’antica città di Ercolano – sancisce il passaggio finale della riconsegna delle strade romane ai visitatori e conclude un capitolo importante relativo ai lavori realizzati che hanno interessato le botteghe lungo la scarpata Nord ed alcune delle più interessanti dimore romane del sito archeologico, fra cui la Casa del Doppio Portale, oggi finalmente accessibile in tutto il suo splendore con il suo eccezionale ingresso, il portico a colonne e gli elementi lignei ancora intatti, mentre sono in corso importanti interventi di restauro nella celebre Casa del Bicentenario. Sono altresì in corso ulteriori lavori di manutenzione straordinaria agli impianti infrastrutturali e di restauro conservativo agli edifici della città antica, nonché attività di ricerca archeologica nell’ambito del progetto interistituzionale Herculaneum Conservation Project, condotto grazie ai cofinanziamenti del Packard Humanities Institute, in collaborazione con la British School at Rome ed altre università italiane e straniere.

Come acquistare i biglietti degli Scavi di Ercolano
Oltre sul luogo, dove è possibile acquistare i biglietti di ingresso agli scavi di Ercolano con carta di credito (circuiti Visa e MasterCard) e Bancomat.
Se vuoi saltare la fila e visitare gli scavi di Ercolano con una guida archeologica, ti suggeriamo di acquistare il biglietto online.
In alternativa è possibile acquistare i biglietti online collegandosi al sito www.ticketone.it e scegliere se ricevere i biglietti a casa, se stamparli e presentarsi così direttamente ai tornelli di ingresso oppure se ritirarli presso un punto dedicato presente a Ercolano e a Pompei Porta Marina
Ercolano: vedi anche
Regole per la visita agli scavi di Ercolano
- Non è possibile sostare sui cigli degli scavi e salire sui muri
- Sono possibili le riprese fotografiche e video solo per uso privato. Per riprese commerciali e con cavalletto, bisogna rivolgersi agli uffici del Parco Archeologico di Ercolano
- Gli oggetti ingombranti come zaino, ombrelli, borse, etc., devono essere depositati nel guardaroba
- Non è consentito fumare
- Non è consentito l’ingresso con animali
- Bisogna avere un comportamento rispettoso: niente schiamazzi, scritte sui muri e rifiuti depositati nei contenitori appositi
- Il servizio di guida turistica deve essere tenuto da personale qualificato
- Si suggerisce l’uso di abbigliamento comodo e scarpe dal tacco basso
Prezzo biglietti Scavi Ercolano
Se vuoi saltare la fila e visitare gli scavi di Ercolano con una guida archeologica, ti suggeriamo di acquistare il biglietto online.
- Intero € 11,00
- Ridotto € 5,50
- Gratuito prima domenica di ogni mese, under 18.

Orari Scavi Ercolano
Dal Primo aprile al 31 ottobre
- 08:30 – 19.30 (ultimo ingresso alle 18:00)
Dal primo novembre al 31 marzo
- 08:30 – 17.00 (ultimo ingresso alle 15:30) – dall’1 novembre al 31 marzo
Il parco archeologico di Ercolano è chiuso il 25 dicembre e il primo gennaio.