Le origini dell’Osteria dei Poeti di “buchetta” (la mescita che stava al di sotto del piano stradale, con una grande rastrelliera in legno che separava l’oste dall’avventore) le scopriamo subito all’ingresso, davanti all’antico bancone seicentesco, ricordo di quando questa si chiamava “l’hustari dri dal Ren”, l’osteria dietro il Reno.
Il nome attuale le viene invece, secondo la versione ufficiale, dal fatto che tra i suoi habitué ci fossero letterati come Giosuè Carducci, Giovanni Pascoli, Lorenzo Stecchetti. L’osteria vanta due locali magnifici, che da soli valgono la visita: la grande sala delle botti, con volte a crociera e lunghi tavoloni, dove si fa musica e ci si scatena in compagnia e quella del camino, più intima e ovattata, rifugio di coppie e di chi vuol stare tranquillo.
La cucina offre un menù alla carta stagionale e piatti del giorno, con paste rigorosamente fatte a mano e carni cotte al momento sulle braci del camino, mentre la carta dei vini spazia su tutto il territorio nazionale. A fare gli onori di casa è Graziano Poli, direttore ed ex socio, che in oltre vent’anni di presenza non ha difficoltà a parlarci di come sono cambiati tempi e costumi della vita notturna bolognese.
Bologna: vedi anche
“Fino alla metà degli anni Ottanta questo era il ritrovo di molti cosiddetti biassanott, personaggi abituati a tirar tardi facendo il giro dei locali. Il grosso della clientela veniva per bere, ascoltare musica e stare in compagnia, il locale non si riempiva mai prima delle 23 e chiudeva alle prime luci dell’alba.
Poi, pian piano, è cambiato molto, oggi si viene soprattutto per cenare, i tavoli si riempiono attorno alle 21 e raramente si va a dormire oltre l’una di notte. Il bolognese non vive più come una volta, le uscite si limitano in genere al venerdì e al sabato”.
Commenta per primo