Un profilo declinato, non solo dalle macchie di ulivi e dalle colline di vigneti, che si specchiano nel lago, ma anche dai cipressi dritti come fusi, dalle palme, dagli oleandri e dalle mille altre piante e fioriture, che la primavera lacustre regala.
A contraddistinguere queste sponde è anche un patrimonio enogastronomico coi fiocchi, frutto del connubio tra terra e acqua, che sulle tavole porta pesce, un olio extravergine d’oliva leggero e fruttato; verdure saporite, come l’asparago di Rivoli, bianco e carnoso, e vini rinomati, come Bardolino, Chiaretto, Lugana….
Peschiera del Garda è la prima cittadina che si incontra nell’itinerario da sud a nord. Cinta da mura e annidata tra i canali del Mincio, che proprio qui esce dal lago, non smentisce la sua eterna fama di guardiana del versante sud del Garda, nonostante la verve vivace e mondana, con tanti locali dove tirar tardi la sera e i parchi di divertimento (Gardaland è a pochi minuti d’auto), che fanno la gioia di famiglie e ragazzi. Tra le sue viuzze e le piazzette di inconfondibile impianto veneziano, è bello passeggiare senza fretta, curiosare tra le vetrine e gli angoli più appartati, per sfociare infine sull’elegante e articolato lungolago.
Risalendo la sponda veronese con la litoranea gardesana, si ammirano scorci di straordinaria bellezza, e si incontrano in rapida successione, come perle di una collana, borghi e cittadine di carattere. Lazise, con le mura merlate del castello scaligero, la Dogana Veneta e il Parco Termale Villa dei Cedri.
Cisano, che all’olio extravergine d’oliva dedica un articolato Museo, con punto vendita.
Bardolino, capitale dell’omonimo nettare rosso e di una strepitosa Strada del Vino, che si snoda verso Cavaion Veronese, passando da Affi e dalla rocca di Garda.
Riguadagnata la Gardesana e superato l’abitato di Garda, dove si annida la Cooperativa Fra Pescatori Garda, un indirizzo prezioso, per acquistare lavarelli, tinche, lucci, coregoni e altro pesce freschissimo, il lago schiude la meraviglia di Punta San Vigilio, ultima propaggine del Monte Baldo, ricoperta di ulivi e cipressi secolari, e fiancheggiata da due incantevoli insenature, la Baia delle Sirene e il golfo del porticciolo.
Fare una sosta qui, significa ammirare il lago proprio nel punto in cui è più ampio e aperto, distinguendone praticamente la sagoma.
Proseguendo sulla Gardesana, si incontrano le ultime perle della sponda veronese: Torri del Benaco, raccolta attorno al suo castello turrito, all’ombra del quale sonnecchia un’antica limonaia, una rarità ormai sul lago; l’incantevole piazzetta Calderini e il porticciolo a forma di conchiglia.
E Malcesine, ritagliata tra lago e Monte Baldo, mossa da un groviglio di vicoli, piazzette, giardini segreti, con piccole spiagge appartate e rade spazzate dal vento, che fanno la gioia di velisti e surfisti.
Dal paese, si può salire con la funivia al Monte Baldo, in un crescendo di panorami e di luci (le stesse che Gustav Klimt portò sulle sue tele), che inondano anche la riva opposta e le montagne che fanno da corona.
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