Skiathos (nota nella toponomastica italiana anche come Sciato) comprende altresì gli isolotti di Tsougria, Tsougriaki, Maragos, Arkos, Troulonisi e Aspronisi.
Sebbene Skiathos sia conosciuta soprattutto come meta del turismo balneare (con spiagge di tutti i tipi ed ormai quasi tutte molto attrezzate), è possibile effettuare una ventina di percorsi escursionistici alla scoperta delle sue bellezze paesaggistiche, storiche ed architettoniche.
Abitata perlopiù nella parte meridionale e sud-orientale, l’isola del Mar Egeo ha come unico centro abitato la città di Skiathos situata precisamente sull’estremità sud-orientale, posizione favorevole poiché protetta dal vento.
Il porto cittadino non passa di certo inosservato in quanto è diviso in due dalla penisola di Bourtzi, un tempo fortezza fondata dai fratelli Gizi. Con mura merlate e feritoie per la difesa, Bourtzi era anche chiamato ‘Kastelli tou Agiou Georgiou’ (ovvero ‘Castello di San Giorgio’) poiché all’interno del forte vi era una chiesetta eretta in nome del santo protettore dei veneziani. Grazie alla molteplicità dei pini, al panorama mozzafiato e all’aria sempre fresca, oggi Bourtzi è un luogo in cui corpo ed anima trovano il giusto benessere.
Tra le poche rovine della Chiesa di San Giorgio e quelle dell’antica fortezza, infatti, prendono vita anche un caffè comunale ed un pittoresco centro culturale, con sale conferenze e teatro all’aperto ospitante spettacoli teatrali e musicali.
Skianthos: vedi anche
Percorrendo circa 100 metri dalla costa orientale della città di Skiathos ci si ritrova davanti ai cartelli che indicano la casa-museo di Alexandros Papadiamantis, uno dei maggiori scrittori greci il quale ha dedicato molte delle sue opere all’isola natale.
Nella parte settentrionale di Skiathos, invece, la storia rivive con Kastro, sito archeologico raggiungibile in caicco o tramite una lunga e non facile passeggiata. Qui resistono al logorio del tempo le vestigia delle chiese di Gennisi tou Christou, di Agios Nikolaos e di Panagia Preklas, parte della moschea e del quartier generale turco e la straordinaria terrazza con la ‘zematìstra’ (una sporgenza dalla quale venivano gettati acqua o olio bollente agli intrusi).
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