Una volta arrivati e usciti dalla stazione, si ha la sensazione di essere piovuti nel Paese dei Campanelli, complice l’ininterrotto e festoso via vai di carrozze, carrozzelle e slitte trainate da cavalli, il cui scampanellio riempie l’ampio piazzale e il passeggio principale. Zermatt è una cittadina con circa 3600 residenti, accoccolata ai piedi del Cervino, che qui viene chiamato Matterhorn, letteralmente, ‘il corno che si affaccia sui pascoli’.
Oltre ad essere la principale attrazione turistica ed escursionistica, la sua punta sovrasta l’abitato come un solerte guardiano e catalizza lo sguardo di chi passeggia sulla Hauptstrasse, la via principale, che taglia il centro da nord a sud.
Nata come insediamento di coloni Walser (e quindi germanofona; quel che rimane è la schiera di fotografatissimi granai appoggiati ai caratteristici “funghi” di pietra e legno), Zermatt iniziò ad assaporare benessere e notorietà già agli inizi dell’800, con i primi gruppi di turisti ed escursionisti che andavano a sfidare il Cervino. In prima linea c’erano gli inglesi, seguiti a ruota da tedeschi, austriaci e italiani.
Zermatt: vedi anche
Questo spinse i locali a improvvisarsi dapprima albergatori e poi, col persistere e l’ampliarsi del flusso, a dedicarsi a questa attività in maniera esclusiva. Ad ogni stagione, si calcolano a Zermatt circa 250mila arrivi. Hauptstrasse è un’arteria piacevolissima, piena di negozi, boutique, atelier, localini, che trasudano vivacità: i commercianti sono abilissimi nel destreggiarsi tra tante presenze e idiomi stranieri.
Una tappa da non mancare, nelle vicinanze, è l’Alpine Museum, dove si possono rivivere le imprese degli alpinisti, che si sono cimentati sul Cervino, scoprire angoli della vecchia Zermatt attraverso cartoline e fotografie ingiallite, conoscere il ricco patrimonio di fauna e flora dei dintorni. Poco sopra il museo spunta la chiesa inglese, dove sono sepolti diversi alpinisti anglosassoni e a pochi passi, nel parco di fronte all’Hotel Mont Cervin, c’è il monumento che ricorda Katharina e Alexander Seiler, pionieri del turismo zermattese. Un salto all’Hotel Monte Rosa consente di assaporare la tipica atmosfera da quartier generale degli alpinisti che l’albergo mantiene ormai da oltre 150 anni. Sulla piazza del mercato, infine, si possono vedere la Casa Comunale, alcune abitazioni tipiche vallesane, la Fontana delle Marmotte e la Chiesa di San Maurizio.
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