Il British Museum di Londra, in Inghilterra, viene istituito nel 1753 per ricevere l’eredità dello scienziato Sir Hans Sloane. Il lascito di Sloane, che viene ospitato in una villa di Bloomsbury, comprendeva più di 70.000 pezzi fra libri e manoscritti, reperti di storia naturale e antichità classiche, orientali e dalle Americhe. Nei successivi cinquant’anni viene arricchito da altre donazioni, soprattutto librarie.
British Museum di Londra: la storia
A partire dall’Ottocento, la collezione tende a specializzarsi in antichità: al rientro dalla battaglia del Nilo contro le truppe di Napoleone arriveranno al British Museum numerose sculture egiziane, fra cui la stele di Rosetta. Alcuni ambasciatori inglesi acquistano, o semplicemente si impossessano, di reperti archeologici provenienti dai Paesi in cui prestano il loro servizio. Il caso più noto e discusso è quello di Lord Elgin che porta a Londra i fregi del Partenone e parti di altri monumenti dell’Acropoli di Atene. A partire dalla metà del secolo, il British Museum promuove anche numerose spedizioni archeologiche che permetteranno all’istituzione di accrescere ulteriormente il suo patrimonio.
Viene così costruita la sede che conosciamo oggi, neoclassica e più grande, e si opera una selezione: tutti gli esemplari naturalistici vengono trasferiti al Natural History Museum e, con la nascita della National Gallery, si abbandona l’idea di sviluppare la collezione di grafica e pittura.
Il British Museum, fino alla fine del Novecento, è uno spazio espositivo focalizzato sull’archeologia e le antichità fino al Medioevo inglese; tutta l’ala orientale del piano terra è occupata dalla King George III’s Library con una preziosa esposizione di manoscritti. Al centro del cortile interno c’è la Reading Room, l’iconica sala di lettura di cui si sono serviti anche Gandhi, Karl Mark, George Orwell e Oscar Wilde.
Il British Museum oggi
La fine del XX secolo ha portato notevoli cambiamenti che ritroviamo nell’attuale configurazione del museo. Nel 1997, infatti, la collezione di libri e manoscritti viene trasferita nella nuova sede della British Library, accanto alla stazione di St Pancras. Si liberano così tutta l’ala orientale del piano terra e la Reading Room.
Il cortile interno viene coperto con un soffitto di vetro, mirabile opera di Norman Foster, e trasformato in una grande piazza che connette tutte le ali dell’edificio. Il lato orientale ospita ora due grandi gallerie tematiche, dedicate rispettivamente all’Illuminismo e alla storia del collezionismo. Il loro scopo è spiegare i fattori che hanno animato la nascita e lo sviluppo del British Museum: da un lato c’è la centralità della ragione, e conseguentemente della ricerca scientifica, tipica del Settecento, e dall’altro l’importanza delle donazioni private.
Inoltre, si è cercato di recuperare lo spirito originario dell’istituzione, a discapito della specializzazione quasi esclusiva sull’archeologia. Abbandonata però l’idea del museo enciclopedico, si è abbracciato il posizionamento di “Museo del Mondo”, attraverso il quale è possibile percorrere due milioni di anni di storia e cultura dell’umanità. Per fare ciò, sono state dedicate 3 sale del primo piano all’arte europea dal 1400 ai giorni nostri e, soprattutto, sono state riportate a Bloomsbury le collezioni etnografiche, precedentemente ospitate nel Museum of Mankind.
Senza voler criticare questo approccio, il rischio per il pubblico è di trovare il percorso un po’ dispersivo, anche a causa del grandissimo numero di pezzi esposti. Perciò qui suggeriamo un itinerario della durata di circa 3 ore, cercando di guidare il visitatore attraverso i vari periodi storici, alla scoperta dei pezzi più importanti della collezione.
British Museum, cosa vedere: le opere e le attrazioni da non perdere
La scultura egiziana
Appena entrati dall’ingresso principale, ci si trova nella Great Court. Attraversando la prima porta sulla sinistra si compie immediatamente un viaggio nel tempo di migliaia di anni: ci si troverà infatti nella grande galleria dedicata alla scultura egiziana, dominata da statue, stele e sarcofagi di grandi dimensioni che coprono tutto l’arco storico di questa civiltà.
Un posto d’onore nella galleria è riservato alla Stele di Rosetta, la pietra nera recante un decreto del re ellenistico Tolomeo V scritto in tre lingue, geroglifico egiziano, egiziano demotico e greco. La presenza della lingua greca ha permesso di decifrare il linguaggio dei geroglifici e spalancare gli orizzonti degli studi egittologici.
La scultura più grande della galleria è il frammento della statua di Ramses II da Karnak, di circa mille anni più antica della Stele di Rosetta. Di questa scultura è arrivata fino a noi solo la testa con parte del torso, per un’altezza totale di più di due metri e mezzo. Assieme ad una statua gemella faceva parte dell’entrata monumentale della tomba del faraone. Sculture come questa erano concepite per essere un veicolo di divinità della figura rappresentata e quindi dovevano durare in eterno: da qui la spiegazione delle grandi dimensioni e delle pietre particolarmente dure in cui venivano scolpite.
La scultura assira
Una volta percorsa la galleria della scultura egiziana, veniamo accolti da due imponenti leoni alati dal volto umano messi a guardia della porta che introduce alla sezione del museo sulla scultura assira. I leoni provenivano dalla reggia del re Ashurnasipal II a Nimrud (nell’attuale Nord Iraq) e risalgono al IX sec. a.C.
I pezzi più importanti di questa sezione sono i fregi provenienti dai palazzi reali, collocati in sale attigue: dalla reggia di Nimrud nelle sale 7 e 8, da Ninive nella sala 9 e dai palazzi di Assurbanipal a Nimrud e di Sargon II a Khorsabad nella sala 10. Sono rappresentate prevalentemente scene di corte, di guerra e di caccia. La caccia al leone, in particolare, era una prerogativa dei re e simboleggiava l’impegno del sovrano nel difendere il proprio popolo. I rilievi sono così chiari e dettagliati che si possono scorrere come se si stesse guardando un film.
L’arte greca
Le sale dedicate all’arte greca sono un trionfo di arte vasaria, architettura e scultura. Entrare per la prima volta nella sala 17 è spesso un colpo al cuore: ci si trova infatti davanti al monumento delle Nereidi di Xanto, un mausoleo dalla forma di un tempio greco con un alto podio scolpito. Si ritiene che il monumento fosse la tomba di Arbinas, sovrano della Licia Occidentale nel IV sec. a.C.
La sala successiva è quella dedicata ai fregi del Partenone, cui giustamente viene riservato un posto d’onore. Considerato il momento più alto dell’arte greca classica, il Partenone era dedicato ad Atena, protettrice di Atene, e celebrava con la sua maestosità il momento di massimo splendore della città sotto la guida di Pericle. Le sculture dei frontoni (opera di Fidia) e le metope raffigurano scene del mito, mentre il fregio che correva lungo i lati lunghi dell’edificio raffigura la processione delle Panatenee, la festività religiosa per il compleanno della dea.
La sala 19 ospita reperti provenienti da altri monumenti dell’Acropoli di Atene, il tempio di Atena Nike e l’Eretteo, di cui è esposta una cariatide, una delle sei statue femminili che fungevano da colonna.
Prima di lasciare il primo piano, vale la pena visitare la sala 21 dedicata al mausoleo di Alicarnasso. Considerato una delle sette meraviglie del mondo, il monumento era ispirato a quello delle Nereidi di Xanto, ma era molto più grande e stravagante e molto più ricco di sculture e fregi. L’enorme cavallo esposto al British Museum faceva parte di un gruppo scultoreo raffigurante una quadriga, posto sulla sommità del tetto a gradoni.
Il mondo funerario egiziano
Mentre il piano terra del British Museum è, per ovvi motivi pratici, utilizzato prevalentemente per esporre sculture e frammenti architettonici, nelle sale al primo piano sono esposti oggetti di dimensioni minori. Così, accanto all’ufficialità e all’enfasi di alcune opere d’arte, viene dato ampio spazio anche agli oggetti d’uso quotidiano.
È ciò che accade, per esempio, nelle sale egiziane, fra cui quelle dal numero 61 al 63 sono particolarmente popolari in quanto dedicate all’affascinante mondo funerario. Nella sala 61 sono esposti i corredi e le pitture provenienti dalla tomba di Nebamun. Le pitture, in particolare, ci permettono di avere un’idea del vivace impatto visivo delle tombe egizie. Le sale 62 e 63 ospitano un’ampia raccolta di sarcofagi, mummie (anche di animali) e oggetti funerari.
Lo stendardo di Ur
Le sale del primo piano dedicate al Vicino Oriente (dalla 52 alla 59) approfondiscono l’evoluzione storica delle varie civiltà che si sono susseguite in quell’area geografica nel corso dei millenni (fra queste Sumeri, Babilonesi, Assiri, Ittiti, Fenici, Persiani).
Merita una sosta il celebre stendardo di Ur, opera sumera del 2500 a.C. circa, esposto nella sala 56. L’oggetto è un pannello di legno intarsiato con lapislazzuli, conchiglia e madreperla e probabilmente veniva issato su un palo e portato in processione. Su una facciata sono rappresentate scene di guerra, mentre sull’altra sono presenti scene di pace, conseguenti al successo militare: un banchetto, sacrifici di ringraziamento alle divinità e gli schiavi che trasportano il bottino. Il racconto si sviluppa per fasce, come un fumetto, e lo stendardo di Ur è considerato l’esempio più alto di questa modalità narrativa in Mesopotamia.
Londra: vedi anche
La vita quotidiana dell’antica Grecia e di Roma
Gli aspetti della vita quotidiana della Grecia e di Roma sono ampiamente descritti nella sala 69. Non c’è da aspettarsi una sfilata di opere d’arte, ma piuttosto una ricca e ragionata selezione di oggetti d’uso raggruppati in base agli aspetti della vita comune nel mondo classico.
Se però non vogliamo rinunciare all’estetica, nella sala 70 è esposto il bellissimo Portland Vase di epoca augustea: si tratta di un vaso di cobalto blu con decorazioni a cammeo in vetro bianco. Il soggetto rappresentato è piuttosto controverso, ma la delicatezza delle figure e la presenza di Eros con il suo arco ha fatto pensare a un prezioso dono nuziale. Quando il vaso fu acquisito era completamente frammentato. Perciò la sua ricostruzione si è guadagnata un capitolo a sé nella storia del restauro.
L’Alto Medioevo e il sito di Sutton Hoo
La sala 41 è dedicata al periodo della storia europea che segna il passaggio dalla fine dell’Impero Romano all’origine degli stati moderni (sec. III-XI d.C.).
Un particolare spazio è riservato al sito di Sutton Hoo, nel Suffolk. Gli scavi hanno riportato alla luce due cimiteri anglosassoni rispettivamente del VI e del VII sec. d.C. Accanto alle tombe a tumulo, la scoperta più notevole è stata quella di una nave funeraria. Sebbene le parti in legno si siano completamente consumate col tempo, la loro impronta sul suolo ed i rivetti metallici rimasti nella loro originaria posizione hanno permesso di ricostruirne l’esatta forma. Il corredo funerario è particolarmente ricco e comprende armi decorate con granati, coppe d’argento, un elmo, una lira a sei corde e dei bellissimi ornamenti in oro di pregevolissima fattura.
Le collezioni etnografiche
Le sale visitate finora appartengono alla collezione classica del British Museum. Ma, come si è detto, il nuovo concept del museo lascia spazio anche ad alcune interessanti collezioni etnografiche, ripartite fra tutti i piani dell’edificio. Al piano sotterraneo è possibile ammirare i manufatti provenienti dall’Africa, mentre ai piani superiori dal Nord America, Messico, Cina, India, Corea, Asia Meridionale e Giappone.
L’ultima meraviglia che consigliamo è esposta nella sala dedicata al tema della vita e della morte (la numero 24 del piano terra): si tratta di una delle misteriose statue provenienti dall’Isola di Pasqua.
British Museum: orari e informazioni utili
Il British Museum è aperto tutti i giorni dalle 10 alle 18. L’ingresso per la collezione permanente è gratuito, mentre le mostre temporanee sono a pagamento. Attualmente è necessario prenotare l’ingresso sul sito www.britishmuseum.org e seguire il percorso segnalato. Alcune sale sono chiuse.
British Museum: metro e bus
Il British Museum si raggiunge facilmente con la metropolitana (stazioni Holborn e Tottenham Court Road) e con numerosi bus (il più comodo è il 14).
British Museum: prezzo
La visita al British Museum è gratuita. Tuttavia suggeriamo alcune cose da fare e vedere a Londra saltando la fila.
British Museum: in breve
Il British Museum è indubbiamente una delle più importanti e note attrazioni turistiche della multietnica capitale britannica, ovvero Londra.
La città bagnata dal Tamigi ospita una serie di musei affascinanti e famosi in tutto il mondo, ma il British è il principale in quanto a numero (oltre otto milioni di oggetti) e prestigio delle opere che contiene. Un aspetto non irrilevante, è costituito dal fatto che, così come tutti gli altri musei cittadini ad eccezione di quello delle cere (Madame Tussauds), è ad ingresso libero. Ciò rappresenta una lodevole eccezione londinese alla regola, dato che nella stragrande maggioranza delle altre città mondiali la cultura si paga.
Il British Museum è stato edificato nel 1753 dal medico e scienziato Hans Sloane ed è uno dei pochi musei al mondo capace di testimoniare, attraverso pitture, sculture e altri oggetti, la presenza dell’uomo partendo dagli albori dell’umanità e attraversando tutti i secoli fino ad arrivare ai giorni nostri. Al suo interno trovano spazio reperti che identificano tutte le culture del mondo, quelle contemporanee e quelle appartenenti ai secoli scorsi.
Il museo è suddiviso in nove sezioni differenti: Afriche e Americhe, Vicino Oriente Antico, Asia, Gran Bretagna ed Europa, Egitto, Grecia e Roma, Giappone, Monete e Medaglie, Stampe e disegni.
Tra le opere di maggior fama e prestigio presenti nelle sale del British Museum citiamo la Stele di Rosetta (lastra di pietra sulla quale compaiono scritture in geroglifico, demotico e greco), le mummie egizie, le sculture del Partenone e il tesoro di Oxus.
Questo scrigno ricco di tesori inestimabili è soltanto una piccola parte dell’immenso bagaglio artistico-culturale-architettonico che Londra può vantare. Una settimana è il periodo di tempo più adatto per ammirare tutte le più importanti attrazioni della città della regina.
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