
Hotel Finder è il motore di ricerca di Google dedicato al settore alberghiero. In Italia e in tutti i Paesi al di fuori di Stati Uniti, Hotel Finder non è ancora presente ma, stando alle ultime mosse di BIG G, il nuovo servizio mangia OTA (tranne alcune che fanno parte del programma) è dietro l’angolo.
Secondo quanto riportato da Tnooz, con tanto di esempio, se si prova a fare una ricerca nel motore organico (quello tradizionale per chi non sapesse di cosa sto parlando), il motore di ricerca alberghi Hotel Finder posiziona i risultati nella parte alta, quella sotto agli annunci a pagamento.
In precedenza, Hotel Finder si posizionava come migliore risultato degli annunci a pagamento (chissà come mai!!) togliendo di fatto posto a tutte le società che investono da anni in Google AdWords, il programma pubblicitario di Google. Poiché Google AdWords si basa su un’asta dell’annuncio, Hotel Finder più che un vincitore d’asta suggerisce che il padrone di casa può fare ciò che più gli piace. In estrema sintesi: potrebbe esserci una turbativa d’asta con tanto di abuso di posizione.

La novità di Hotel Finder è la sua nuova posizione, subito dopo gli annunci a pagamento ma prima di tutti quelli provenienti dall’organico. In pratica ora Hotel Finder prende il primo posto di un “naturale” risultato di ricerca con tanto di opzioni aggiuntive (possibilità di cercare gli hotel per stelle). Questo nuovo stato di cose è evidente che porta un’ondata di panico tra le OTA, le corporate che si occupa di prenotazioni alberghiere. E’ evidente che chi cerca un hotel si lascerà ammaliare dai risultati ben esposti da Hotel Finder con buona pace di chi ha puntato anche sulla ricerca organica (quella spontanea, nel senso puro del termine).
Ma al di là di questi ultimi aspetti che sicuramente saranno evidenziati dalle società direttamente interessate da questa nuova “prepotenza” di Google, è evidente come il motore di ricerca performante e democratico di Google non esiste più. Da un po’ di tempo la società di Mountain View è sempre più alla ricerca di nuove forme di introito con buona pace della propria identità. In fondo il trasformismo non ha mai spaventato nessuno, men che meno una società quotata in borsa che è interessata solo a fare business e non a fare il bene degli utenti, come spavaldamente dichiarato da BIG G nelle uscite ufficiali.
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