
Arriva una novità in casa Google che potrà far esultare le compagnie aeree ma non credo farà molto piacere alle OTA (società che si occupano di intermediazione di viaggio come Expedia, Lastminute, Opodo, eDreams, etc.), mentre i consumatori potranno contare su notizie rapide ma non esaustive. Si tratta di informazioni sui voli con orari e compagnie aeree che servono una tratta cercata dall’utente (solo voli diretti senza scalo) che sono posizionate, neanche a dirlo, al primo posto del motore di ricerca.
Per meglio comprendere la novità di BIG G è sufficiente digitare nello spazio apposito di ricerca di Google, la frase “voli Napoli Milano”. I risultati, come si può vedere dalla schermata che segue, hanno subito una piccola ma grande rivoluzione. Non vengono più mostrati al primo posto i siti che per Google, a torto o ragione, ritiene più meritevole della posizione, ma alcune informazione provenienti direttamente dal motore di ricerca.

Se a primo acchito la modifica di Google sembra una “piccola” novità, è sufficiente pensare a quanto una prima posizione porti in termine di accessi al sito menzionato (in questo caso le compagnie aeree) per comprendere le perdite da parte delle OTA che, loro sì, possono parlare di “grande” novità, sebbene in forma negativa.
I più maliziosi hanno ipotizzato che i dati mostrati nella ricerca organica sono provenienti da ITA Software, società recentemente acquisita da Google dopo il via libera delle autorità americane chiamate a giudicare se l’acquisizione non avrebbe comportato (come molti sostengono) un monopolio assoluto del settore. Da Mountain View fanno sapere che i risultati mostrati non provengono in nessun modo da ITA Software anche se, volendo parafrasare un noto politico italiano, a “pensare male si fa peccato ma si indovina”.
Tuttavia, la nuova iniziativa di Google non è molto distante da quello che Bing già fa (Bing Travel) con maggiori dettagli (prezzo, durata del volo, etc.) e click diretto alla compagnia. Il perché Google faccia più clamore di Bing è direttamente proporzionale alla popolarità del motore di ricerca che, tradotto in parole semplici, significa che il tutto è relativo al numero di utilizzatori di Google rispetto a Bing che, almeno in Europa, vede una dominanza imbarazzante del primo rispetto al secondo, nonostante una scalata costante di Bing negli Stati Uniti, 30% Bing rispetto al 64,4% Google circa, che sta facendo ben sperare in un regime concorrenziale nel mondo dei motori di ricerca che ancora non c’è.
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