Spello è un comune dell’Umbria molto noto per il suo splendido centro storico, per le opere del Pintuicchio e per l’infiorata che ogni anno, il giorno del Corpus Domini, attira tanti turisti. Spello Umbria. Si trova a circa 219 metri sul livello del mare, dunque in una posizione molto favorevole per la flora, ed è adagiata sul versante del Monte Subasio, al di sopra dell’affluente del Topino. Dista solo 4 chilometri da Foligno e circa 35 chilometri dal capoluogo umbro, Perugia. Spello è anche cultura, grazie al suo patrimonio fatto di musei, pinacoteche, antiche ville. Ecco cosa vedere a Spello in mezza giornata o anche in due giorni.
Spello cosa vedere
1 Collegiata di Santa Maria Maggiore e Pinturicchio
Fondata nell’XI-XII, la chiesa di Santa Maria Maggiore a Spello presenta una facciata risalente al 1644 realizzata in occasione dell’ampliamento dell’edificio. Da notare l’architrave, gli stipiti con bel fregio e girali d’acanto del portale, opera di lapicidi attivi tra i secc. XII-XIII tra Foligno e Bevagna e in parte attribuibili a maestranze spoletine. La chiesa è a croce latina e presenta una navata con copertura a crociera. Nella seconda metà del XVII è stata corredata di ben sette altari e di una ricca decorazione a stucco. Sugli altari, numerose opere ascrivibili al sec. XVII. A destra dell’ingresso, altare marmoreo di Gaio Titieno Flacco (oggi utilizzato come acquasantiera) già presente in Santa Maria Maggiore dal XV secolo, accanto battistero in marmo, a forma di pisside, opera di Gasparino da Val di Lugano (1509-1511).
Spello Pinturicchio
Lungo la parete sinistra si apre dopo il II altare sinistro, la Cappella Baglioni, commissionata nel 1500 da Troilo Baglioni all’artista Bernardino di Betto detto il Pinturicchio (Perugia, 1452 circa – Siena, 11 dicembre 1513). Presenta un pavimento ricco di decorazioni maiolicate di Deruta del 1566. La cappella è interamente decorata ad affresco dall’artista, a partire dalle vele della volta con le sibille Tiburtina, Eritrea, Europea, Samia sedute in trono; alla parete sinistra, l’Annunciazione con autoritratto e firma dell’artista. Alla parete di fondo, Adorazione dei pastori e arrivo dei Magi , alla parete destra Disputa tra i dottori nel Tempio.
Sempre lungo la parete sinistra da notare il pulpito rinascimentale in pietra arenaria di Simone da Campione (1545). L’altare maggiore coperto dal ciborio (o tribuna) in pietra caciolfa di Rocco di Tommaso da Vicenza (1515). Nei tondi; otto teste in terracotta di Giandomenico da Carrara: Profeti (1562). Ai pilastri che fiancheggiano l’abside due opere del Perugino, a sinistra “Pietà, San Giovanni Evangelista, e la Maddalena”, asportato da sede ignota (opera datata 1521) e a destra “ Madonna con Bambino, Santa Caterina d’Alessandria e San Biagio”, asportato da sede ignota (opera datata 1521).
2 Spello infiorata
Nei giorni che precedono il Corpus Domini a Spello Perugia si assiste ad una vera e propria mobilitazione generale di nutrite squadre di Infioratori, i quali si disperdono lungo i pendii del Subasio, per i campi e le piane delle verdi vallate Umbre. Visitare Spello in questo periodo, è molto esperienziale. Durante la raccolta dei fiori, altri cittadini e soprattutto le signore più anziane trascorrono le serate nei pianterreni freschi, separando i petali in base ai vari colori e tritando finemente le erbe profumate.
Alla vigilia del Corpus Domini, sin dal primo pomeriggio, le strade di Spello interessate al percorso della Processione vengono chiuse al traffico e letteralmente invase da gruppi di cittadini e di visitatori di ogni età. Per prima cosa si predispongono impianti di illuminazione adeguati e si provvede poi ad allestire collaudati sistemi di protezione (strutture antipioggia e antivento) sui tratti di strada interessati, e ciò per evitare che imprevedibili condizioni atmosferiche avverse possano disturbare o compromettere il lavoro degli Infioratori. Dopo queste operazioni preliminari si inizia ad eseguire il disegno sul fondo stradale, utilizzando all’uopo le tecniche più disparate: dal disegno a mano libera allo spolvero, dallo stampo metallico alla forma di cartoncino.
Eseguiti i disegni, secondo tecniche diverse, si procede infine a depositare i petali variopinti, al fine di conferire le tonalità cromatiche desiderate e ottenere gli effetti artistici voluti. Durante il pomeriggio e tutta la notte del sabato che precede la festa, gli infioratori lavorano sulle strade, chini a terra, per disegnare, deporre e disporre milioni e milioni di petali capaci di produrre quei magici capolavori che sanno di arte antica e moderna, carichi di suggestioni emotive e culturali, collegati ai temi della tradizione religiosa e anche della più viva attualità.
I lavori durano l’intera notte e soltanto alle 9,00 del mattino le strade risultano ricoperte da un unico tappeto policromo e profumato: uno spettacolo unico a vedersi. Basti pensare che in un unico percorso floreale vengono mediamente realizzati circa 70 Infiorate tra tappeti – ciascuno dai 12 ai 15 metri di lunghezza, con una superficie minima di 15 mq – e quadri di grandi dimensioni – dai 25 ai 90 mq. L’unicità del carattere della manifestazione è certamente dato dalla tecnica di esecuzione che consiste nell’uso esclusivo di elementi vegetali non trattati con agenti chimici o conservativi né con coloranti artificiali o polverizzati; in questo modo il petalo, adagiato sul suolo stradale, (non si può incollare) regna sovrano in un insieme coinvolgente di colori e profumi. L’esecuzione delle opere avviene direttamente sul fondo stradale non soggetto ad alcun trattamento: i soggetti e le decorazioni sono sempre rinnovati, si allacciano alla grande tradizione della Pittura Umbra, dal Rinascimento al 700, e a volte il discorso figurativo si apre anche alle maggiori testimonianze dell’arte moderna. Con il passaggio del Sacro Corteo guidato dal Vescovo che porta l’ostensorio, si chiude un’esperienza di altissimo impegno artistico, di solidarietà civile, culturale e umana, di tensione etica e religiosa che si concretizza in una smagliante armonia di colori. Fonte Comune di Spello.
Spello cosa visitare
3 Pinacoteca civica di Spello
La Pinacoteca civica di Spello è situata nel centro storico, in Piazza Matteotti. Dal 1994 è ospitata nel Palazzo dei Canonici, edificio cinquecentesco attiguo alla chiesa di Santa Maria Maggiore. La visita al museo permetterà di entrare in contatto con la storia della città attraverso le sue preziose testimonianze. La collezione nacque nel 1916, quando il priore della Collegiata di Santa Maria Maggiore riunì un primo gruppo di opere scelte tra i pezzi più significativi conservati in Santa Maria Maggiore e negli oratori da essa dipendenti. A ciò si aggiunsero oggetti precedentemente acquisiti in seguito alle demaniazioni postunitarie.
L’attuale percorso di visita, articolato in sette sale, si ispira a criteri cronologici e tipologici che permettono di apprezzare i rapporti intercorsi tra Spello e gli altri centri artistici dell’Umbria nel corso di secoli. Oltre ai numerosi dipinti, tessuti e arredi sacri, di rilevante interesse è una Madonna lignea del XIII secolo (anche se mutilata dal furto del bambino avvenuto nel 2008), il Crocifisso deposto di inizio Trecento, la Croce astile in argento dorato di Paolo Vanni del 1398 e la Madonna col Bambino attribuita al Pinturicchio. Proveniente dall’attigua chiesa di Santa Maria Maggiore, quest’ultima invita a visitare la Cappella Bella, mirabile opera affrescata dal medesimo artista.
4 Collezione permanente Emilio Greco
La mostra permanente di Emilio Greco è stata allestita per rendere omaggio all’artista in occasione del 25simo anniversario della prima esposizione a Spello, protagonista di Incontri per le strade del 1983, e destinatario nel 1985 della cittadinanza onoraria. A seguito di ciò, l’artista donò una cospicua selezione di opere al comune. La collezione è suddivisa in tre sale secondo l’ordine cronologico delle opere, tra cui grafiche, litografie, acqueforti, disegni ed una selezione di sculture in bronzo, gesso e resina, datate tra la metà degli anni Sessanta e la fine degli anni Ottanta del ‘900. Senza dubbio del percorso museale, l’opera Accocolata, rappresenta quella più suggestiva. Proseguendo la visita al museo, l’attenzione del visitatore non può non essere attratta dalle figure femminili proposte dall’artista, frequenti soprattutto nella sua produzione di ritratti realizzati tra la metà degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta.
5 Villa Fidelia
Villa Fidelia si trova poco distante dal centro storico di Spello, in prossimità dell’anfiteatro romano e della chiesa romanica di San Claudio. L’antichissimo insediamento romano sul quale sorge la villa era costituito da un’ampia zona sacra, nella quale si collocavano il cosiddetto tempio di Venere, il Teatro e le Terme. Il primitivo impianto, viene fatto costruire nel XVI secolo dai conti Acuti Urbani di San Lorenzo. Nel ‘700, la villa passa a Donna Teresa Pamphili Grillo che provvede a trasformare ed ampliare la residenza fatta costruire dagli Urbani e ad impiantare il giardino all’italiana. Alla sua morte, la proprietà perviene prima ai conti Sperelli e, successivamente, al ricchissimo proprietario terriero Gregorio Piermarini, che operò notevoli trasformazione ed ampliamenti, tra il 1805 ed il 1830. Dopo alterne vicende, nel 1923, la villa viene acquistata dall’ingegnere Decio Costanzi che fraziona il complesso vendendo la parte più antica alle Suore Missionarie d’Egitto e la restante parte, comprendente il Casino, i giardini e gli annessi, alla Provincia di Perugia.
L’aspetto più rilevante di Villa Fidelia è costituito dalle straordinarie sistemazioni esterne che hanno dato origine al giardino vesuviano d’ingresso, al galoppatoio, al giardino all’italiana e al parco col boschetto di cipressi. Il giardino denominato “vesuviano” o barocco ubicato in prossimità dell’ingresso, è progettato su un ripido piano inclinato che conduce al portone d’ingresso del casino. Delimitato sui lati lunghi da un doppio filare di maestosi cipressi, è formato da tondeggianti terrazzamenti raccordati da sinuose scalinate a cui si alternano brevi spazi erbosi con siepi di bosso sapientemente modellate in singolari forme. Protagonista della composizione è la bella fontana a esedra, collocata in posizione centrale, dotata di statua raffigurante Diana, dea della caccia, e chiusa alla sommità dall’elegante quinta che nasconde la cisterna, ornata di nicchie e sormontata dall’orologio. Giustapposto a questo singolare giardino, nel Novecento, fu costruito l’ampio galoppatoio dalla circiforme sagoma.
Di più antico impianto è il giardino all’italiana, risalente al XVIII secolo, situato sul retro del casino. Il giardino, di forma rettangolare stretta e allungata su oltre 150 metri, è attualmente suddiviso in quattro grandi aiuole principali doppiamente bordate da siepi di bosso e a loro volta ripartite in quattro più piccole aiuole. I parterres erbosi interni erano totalmente occupati da roseti. Una grande quantità di vasi di agrumi ornano i bordi del giardino che in primavera si arricchisce del loro inebriante profumo. Il margine rivolto a monte è alberato da filari di cipressi, principali protagonisti della composizione che comprende anche il bel parco ed il fitto boschetto di lecci. Nella villa furono ospitati la regina Giovanna e re Boris di Bulgaria durante il loro viaggio di nozze nel 1930. La villa ospita nel suo parco, spettacoli teatrali, concerti ed eventi operistici. Dal 2003 è sede di esposizioni temporanee.
Spello e dintorni
6 Mosaici di Villa Sant’Anna
Nel luglio del 2005, appena fuori dalle mura di Spello, sono venuti alla luce resti di un complesso monumentale di notevoli dimensioni. Le successive indagini archeologiche, hanno individuato sette ambienti, probabilmente relativi al corpo centrale di una villa o di un edificio pubblico di età tardo imperiale.
Un primo ambiente della Villa Sant’Anna conserva quasi integralmente la pavimentazione a mosaico in tre colori (bianco, rosa e nero), raffigurante elementi geometrici. In un secondo ambiente sono conservati la pavimentazione, anch’essa in mosaico policromo, e resti delle pareti affrescate policrome. La pavimentazione per circa 140 metri quadrati presenta una decorazione a scansione modulare correntemente denominata “a cuscini” con rappresentazioni a carattere zoomorfo ed antropomorfo. All’interno dei cuscini ovali sono rappresentate figure di animali selvatici (pantera, cervo, cinghiale, anatra etc.) e fantastici.
Al centro dell’ambiente emerge una scena di mescita con due figure maschili, nude, di profilo. Il personaggio a sinistra sorregge sulle spalle un’anfora dalla quale versa il vino in una coppa sorretta dal personaggio di destra; il vino ricadente dal bicchiere è raccolto in un cratere poggiato a terra. Altri personaggi, realizzati sempre con tessere nere, sono disposti simmetricamente con in mano elementi vegetali o attributi legati al mondo dell’agricoltura, probabilmente raffiguranti le quattro stagioni.
Un terzo ambiente presenta una pavimentazione geometrica con tessere di maggiori dimensioni. Si tratta con molta probabilità del peristilio di cui si conosce l’intera lunghezza di m 24,50×5.
La fluidità del disegno e la resa cromatica, soprattutto dell’ambiente più grande, testimoniano l’alta qualità tecnica della bottega, le cui maestranze potrebbero venire da Roma per rispondere all’esigenza di un committente particolarmente facoltoso e di una specifica collocazione sociale. La villa può essere datata agli inizi del IV sec. d.C., verso cui sembrerebbero indirizzare anche i materiali restituiti dallo scavo.
Cosa fare a Spello
7 Teatro comunale Subasio di Spello
Il Teatro civico Subasio si trova all’interno del centro storico di Spello, non lontano dai resti dell’Arco di Augusto. Si tratta di una elegante costruzione di stile neoclassico, edificata nel 1787 su progetto di Alessio Lorenzini, caratterizzata da una pianta a ferro di cavallo sviluppata in tre ordini di palchi per una capacità complessiva di 200 spettatori. Notevole è la ricca decorazione a stucco e pittorica che riporta antichi motti latini. La sede del Teatro Subasio venne precedentemente utilizzata come luogo di ritrovo dei membri dell’Accademia dei Quieti e quindi restaurata e trasformata in luogo per spettacoli direttamente gestito dagli Accademici.
8 Spello hotel
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